VAP#2 | 2023NULLA PIÙ DEL FIUME SCORRE
Giulia Flavia Baczynski in dialogo con Daniele Balzanelli Testo di Angelica Rivetti In questa seconda edizione del Visiting Artist Program, Giulia Flavia Baczynski e Daniele Balzanelli propongono al pubblico un percorso visivo e una proposta allestitiva. Una proposta che ha permesso di dilatare ed estendere, nello spazio espositivo, le stratificazioni di concetti, immagini, idee che l’artista ha raccolto e continua a raccogliere per il suo lavoro in divenire “Nulla più del fiume scorre”. Ogni elemento, qui, ha l’obiettivo di comunicare un lavoro visivo e concettuale composto da differenti piani di lettura. Le pareti e il pavimento della galleria guidano il pubblico attraverso un percorso suggerito che permette di snodare e riordinare tutti i temi che l’artista ha accumulato durante le fasi di studio e ricerca, mettendoli in sequenza, tramite un progetto di allestimento che si relaziona direttamente con le stanze e le pareti della galleria, accentuando le possibili vie di comunicazione del discorso. Come afferma Balzanelli infatti “il primo contatto di coinvolgimento nel processo di visione e di lettura dello spazio è il percorso”. Per questo, l’ingresso della galleria è un punto fondamentale per permettere allo spettatore un processo di immersione, attraverso il calpestamento di un tappeto bianco. Questo tappeto, che si ritrova immediatamente nell’immagine incisa e posta sulla parete frontale, è metafora artistica della misura, della presenza umana, dell’abitare un luogo: strutture ramificate espanse, che sono necessarie alla ricerca artistica di Giulia per ragionare sul concetto di un possibile abitare. Il tavolo al centro, poi, è archetipo dello spazio espositivo e mostra la misura secondo Ettore Sottsass (riferimento letterario e visivo dell’artista) attraverso alcuni suoi scatti: moduli abitativi minimali immersi nello spazio naturale, che sono per Giulia un immediato riferimento di misura in dialogo con le sue strutture e con l’ulteriore gesto segnico che lei appone alle immagini. Nella seconda parete poi si trovano il paesaggio e una serie di svariate forme che queste moltitudini vegetali possono assumere. Da qui emergono dei dettagli, degli accenti verticali dell’elemento vegetale: il frutto che contiene il seme da cui hanno origine gli intrecci che compongono tali architetture organiche; l’albero che diventa sostegno del principio gravitazionale a cui la natura è soggetta, focalizzando qui il ragionamento sul concetto base di sospendere e sostenere; i fili di Sottsass che sono sintesi strutturali nello spazio naturale. Da qui l’artista ipotizza differenti tipologie di strutture portanti, di sostegni interni, attraverso il segno grafico. Il percorso allestitivo si conclude con l’intimità della stanza adiacente, dove il visitatore entra in contatto con una dilatazione della natura fotografata che lo ospita a sua volta come misura e, in dialogo con i riferimenti visivi e concettuali di Sottsass, lo invita a sedersi a fianco dell’artista. La ricerca di Giulia, quindi, è il risulto di studi approfonditi e stratificati che, uniti alla scelta di un tema come quello qui proposto, permettono all’intero progetto di estendersi nel tempo attraverso molteplici possibilità artistiche e visuali. Le diramazioni di tali architetture organiche possono essere viste in qualche modo come metafora della modalità di lavoro dell’autrice e delle ramificazioni che i filoni tematici collegati possono prendere. Questo momento di sperimentazione espositiva fissa, ma senza voler in alcun modo definire, un primo passo all’esterno della ricerca artistica di Giulia, costituita da fondamentali rapporti chiave: paesaggio - struttura - misura; sospendere - sostenere; misura - uomo; misura - uomo - natura. |